Agosto 2012
Cari amici, con molta allegria, ho avuto una visita dall’ Italia dopo tanti anni di vita missionaria in Brasile. Tramite Paolo Davié di Perosa vi faccio pervenire qualche notizia. Dopo “un anno sabbatico” in Italia, sono ripartito alla volta del “Paese Verde Giallo”. Ogni due anni a Salvador di Bahia si tiene l’ incontro dei padri italiani “Fidei Donum”, cioè dei sacerdoti italiani imprestati dai propri vescovi per svolgere attività missionaria in una delle tantissime diocesi brasiliane.
Qui, tra molte proposte, ho finito per accettare quella dei miei vecchi amici padre Massimo e Luigi, toscani di Lucca. E così sono partito per il Nord, zona amazzonica, alla volta della diocesi di Rio Branco , nello stato dell’ Acre, ai confini con la Bolivia ed il Perù. Avevo altre proposte, ma ho deciso di fare questa scelta, “firmando” per tre anni. Tutti i missionari firmano una “convenzione” tra le diocesi di appartenenza e quelle di accoglienza. I due vescovi Monsignor Debernardi di Pinerolo e Monsignor Joaquin di Rio Branco hanno dato il placet. Nel passato avevo lavorato nello stato di Rondonia, sempre nel nord, e in Bahia, nel nord –est, la zona secca e arida.
Qui al nord la temperatura è alta come si può immaginare, ma è l’umidità che crea problema, visto che siamo in una zona di molte foreste e fiumi, il tasso atmosferico di umidità è superiore ad altre zone in Brasile.
Vivo assieme agli altri due padri di Lucca in periferia della capitale dell’ Acre, Rio Branco, ma sono parroco di un paesino dalle molte case di legno a venticinque chilometri di distanza che si chiama Bujari. L’estensione del territorio parrocchiale sfiora i 3500 chilometri quadrati, più della metà della provincia di Torino.
La zona è completamente rurale, con un’ unica strada asfaltata che taglia da sud a nord tutto il territorio. A destra e sinistra della “Statale”, ci sono i “ramais” , le vie laterali di terra battuta. Inoltre tre grossi fiumi navigabili e altri torrentelli più piccoli ricamano la zona coperta di pascoli per grandi allevamenti di bestiame ( Fazendas) e di foreste lussureggianti, abitate da animali come scimmie, caimani, bradipi, pappagalli, tapiri, paca … in inverno (periodo delle piogge dicembre –marzo), vado anche in barca perché non ci sono altri mezzi per arrivare alle comunità sparse sulle rive dei fiumi. In Periodo di secca, strade permettendo, c’è la visita alle comunità dei “ramais”. In Bujari –paese ci sono due comunità , mentre nella zona rurale 18. Le comunità sono organizzate di maniera autonoma, come se ognuna fosse una piccola parrocchia. In poche parole i laici si organizzano come gestire la propria vita cristiana puntando su tre linee di “ Evangelizaçao”: la Liturgia, la Parola di Dio e la Carità. Per quanto riguarda la liturgia tutte le domenica c’è il culto, ossia i cristiani vanno nelle cappelle della comunità e pregano con l’aiuto di un foglietto liturgico, dove sono riportate le preghiere e le letture della domenica corrispondente. Io vado a celebrare la santa messa secondo il programma stabilito con loro. Se va bene, in ogni comunità, arrivo quattro - cinque volte l’anno, di fatto, una volta al mese c’è l’incontro mensile di formazione religiosa per tutti i responsabili di comunità e con loro si stabilisce la visita e le altre cose importanti per il buon andamento della parrocchia. Per quanto riguarda la parola di Dio, in tutte le comunità c’è l’incontro settimanale sulla bibbia che corrisponde alla nostra Lectio Divina. Ci si ritrova nelle case, si legge, si medita, si prega, si discute, si cerca di vivere quello che la parola di Dio ci insegna. Quest’anno si sta leggendo il vangelo di Giovanni. È un ottimo catechismo per gli adulti, ma partecipano anche i bambini e ragazzi. Di fatto non in tutte le comunità è possibile avere un catechista per i bambini ed i ragazzi e il gruppo GAM ( Gruppo di Azione Missionario) è il mezzo più bello per evangelizzare le nostre famiglie. Io spesso partecipo di sera ( alle 19.00) con loro e la gente è contenta di vedere il Parroco in casa loro, che seduto, prega e legge le sacre scritture. In alcune comunità c’è anche il gruppo giovani costruito più o meno allo stesso modo, con la Bibbia al centro di ogni incontro e attività. In ultimo, la carità. La comunità è abituata da molti anni all’ uso del Dizimo, ( la decima parte) . i cristiani sono abituati a fare la carità versando la decima parte di quello che hanno tutti i mesi, alla comunità e alla parrocchia. C’è quindi il responsabile del “Dizimo” di ogni comuntià che amministra le entrate e le uscite. La metà del Dizimo e delle offerte rimane “ in casa” e l’altra metà è versata alla parrocchia per mantenere il parroco ( il mio stipendio è di circa 270 € al mese), la segretaria-donna di casa che si preoccupa delle pulizie e dell’amministrazione e i poveri. In altre ci sono altri servizi ( chiamati qui Pastoral):
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La Pastoral della visita agli anziani e malati
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La Pastoral dei bambini di 0 a 6 anni
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La Pastoral missionaria
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La Patoral in preparazione al battesimo e matrimonio
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La Pastoral dei defunti.
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La Pastoral dell’ uso e manutenzione dei locali della parrocchia.
Abbiamo inoltre un grande “Galpão” capannone dove le MADAME della parrocchia si riuniscono tutti i venerdì per la produzione del sapone ecologico. Tutto l’olio di frittura viene raccolto e con altro materiale (soda, alcool…) si trasforma in sapone. Le scolaresche vengono a vedere e imparano come si deve fare, fin da piccoli, per mantenere pulito il “ meio-ambiente” contro l’inquinamento ambientale. Questo progetto è nato anni fa, quando qui era parroco Padre Luigino di Lucca. Per sostenersi ha bisogno di aiuti dall’ Italia. Lucca ha diminuito molto il suo intervento finanziario dopo il ritorno in Italia di Padre Luigino. Speriamo che adesso io possa trovare in diocesi a Pinerolo qualche “ anima pia C’ AM DAGA ‘NA MAN” per continuare il progetto. Nel capannone si ricicla anche cartone e bottiglie di plastica. Anche la chiesa-madre (Matris) di Bujari, intitolata a San Giovanni Battista ha bisogno di aiuti per realizzare il sottotetto che per il momento non esiste. Come vedete di lavoro ce n’è tanto. Certo che non dimentico l’Italia e la mia diocesi di Pinerolo di appartenenza. Con il nostro lavoro manteniamo viva l’essenza della chiesa: la chiesa esiste per essere missionaria come diceva Paolo VI.