La conoscenza e l’approfondimento dello stesso concetto di missione hanno prodotto negli anni del dopo Concilio in poi una realtà missionaria complessa ed articolata che comprende molti elementi e si attua attraverso cammini differenti. Sono in gioco non soltanto fattori che sono stati tradizionalmente visti nell’ottica della missione e dell’evangelizzazione, come la testimonianza di vita, l’annuncio e la catechesi, i sacramenti, ma altri più recenti e per un certo verso più sfidanti , quali la promozione umana e la liberazione, il dialogo ecumenico ed interreligioso, l’inculturazione, i diritti umani e la salvaguardia del Creato. Queste sono le vie principali che alla luce del Concilio un’efficace missione della Chiesa deve percorrere: lo stile di vita del cristiano, la presenza testimoniante della comunità, l’annuncio e la catechesi accompagnati dal dialogo con le altre religioni, “l’evangelizzazione delle culture” unita ad una maggiore sensibilità dello sviluppo della promozione umana ed al riscatto delle situazioni di ingiustizia tuttora presenti nel mondo. Questi cammini – secondo i Padri Conciliari - proprio per la loro peculiarità, esigono che l’annuncio e la catechesi siano accompagnati dal dialogo, nella verità e nella carità specialmente per quanto riguarda coloro che hanno una fede diversa o non ne posseggono alcuna. La missione vista con i criteri del Concilio Vaticano II, non va contrapposta al dialogo e neppure separata da esso in quanto il dialogo contribuisce alla diffusione dei valori del Regno, aiuta a scoprire la presenza nascosta del Cristo nelle altri religioni e nei loro membri, costituisce una forma genuina di presenza cristiana, cammino questo ancora oggi tutto da percorrere con umiltà e carità