Il centro missionario

La "missione"

La conoscenza e l’approfondimento dello stesso concetto di missione hanno prodotto negli anni del dopo Concilio in poi una realtà missionaria complessa ed articolata che comprende molti elementi e si attua attraverso cammini differenti. Sono in gioco non soltanto fattori che sono stati tradizionalmente visti nell’ottica della missione e dell’evangelizzazione, come la testimonianza di vita, l’annuncio e la catechesi, i sacramenti, ma altri più recenti e per un certo verso più sfidanti , quali la promozione umana e la liberazione, il dialogo ecumenico ed interreligioso, l’inculturazione, i diritti umani e la salvaguardia del Creato. Queste sono le vie principali che alla luce del Concilio un’efficace missione della Chiesa deve percorrere: lo stile di vita del cristiano, la presenza testimoniante della comunità, l’annuncio e la catechesi accompagnati dal dialogo con le altre religioni, “l’evangelizzazione delle culture” unita ad una maggiore sensibilità dello sviluppo della promozione umana ed al riscatto delle situazioni di ingiustizia tuttora presenti nel mondo. Questi cammini – secondo i Padri Conciliari - proprio per la loro peculiarità, esigono che l’annuncio e la catechesi siano accompagnati dal dialogo, nella verità e nella carità specialmente per quanto riguarda coloro che hanno una fede diversa o non ne posseggono alcuna. La missione vista con i criteri del Concilio Vaticano II, non va contrapposta al dialogo e neppure separata da esso in quanto il dialogo contribuisce alla diffusione dei valori del Regno, aiuta a scoprire la presenza nascosta del Cristo nelle altri religioni e nei loro membri, costituisce una forma genuina di presenza cristiana, cammino questo ancora oggi tutto da percorrere con umiltà e carità

Nascita del Vademecum

Riportiamo alcuni brani del documento che spiega la nascita del Vademecum dei centri missionari diocesani ed illustra ciò che il Vademecum è e non è. 

 

Il vademecum nasce dall’incontro dei direttori a livello nazionale che si fece a Oleggio (No) nel 2009, chi di voi era già direttore era presente. Ma l’idea del “concepimento”, più che del Vademecum, dei Centri Missionari Diocesani che poi danno origine al Vademecum, naturalmente proviene da prima. Nel 2009, infatti, si celebrava il 40° anniversario della costituzione da parte della Chiesa Italiana dei Centri/Uffici Missionari Diocesani, e si voleva creare un nuovo regolamento, un nuovo statuto dei centri missionari diocesani portiamo alcuni brani del documento. 

 

Partiamo dicendo che cosa non è questo Vademecum. Innanzitutto non è il “toccasana” della missione: con il Vademecum non si risolvono i problemi della missione. Il Vademecum non vuole neanche essere un codice di procedura della missione.

Il Vademecum è il “vai con me”, l’ “accompagnami”, un compagno di viaggio. Fondamentalmente lo abbiamo concepito come uno strumento con il quale camminare insieme, qualcosa che sia, anche dalla forma, una guida, che contenga delle indicazioni pratiche per percorrere questa via della missione.

A che cosa vuole rispondere questo Vademecum? Per chi ha il testo, ci sono delle domande nell’ultimo di copertina. Abbiamo sintetizzato tutto in quattro domande:

  1.     Con quali motivazioni?
  2.     Con quali obiettivi?
  3.      Con quali metodi?
  4.      Con quali strutture operative impostare una pastorale missionaria?

Per chi abbiamo scritto questo Vademecum? I primi destinatari del Vademecum sono i nostri vescovi, perché comunque i primi responsabili della pastorale, di ogni ambito pastorale.

 

Nelle varie attività che facciamo in una parrocchia o in un gruppo di giovani, possiamo avere uno stile missionario: la pastorale missionaria è diretta proprio a questo. Quando una parrocchia ha un volto missionario, ce l’ha non perché raccoglie i fondi della Giornata Missionaria da destinare al missionario X o Y, ma perché ha un atteggiamento di apertura nei confronti dell’altro, l’altro che può essere diverso da te per la religione, diverso da te per la traiettoria di fede che ha avuto: avere un atteggiamento missionario per la pastorale missionaria significa proprio lavorare con questo stile

 

 

 

(Il vademecum completo si trova nella sezione 'Il centro missionario')

Dal Vademecum

Questa sezione è tratta dal 'Vademecum del Centro Missionaio Diocesano' edito dalla EMI (Editrice Missionaria Italiana) nel 2012.

In essa sono brevemente riportati gli elementi  base del centro includendo Le prospettive fondamentali della pastorale missionaria, i soggetti della missione oggi in Italia.

Successivamente viene visto il centro nel contesto della Chiesa locale, gli organi del centro stesso, il progetto Missionario Diocesano e le attività svolte.

 Queste ultime,  Animazione, Cooperazione e Formazione, occupano tre sezioni separate.

E' anche inserita la versione scaricabile in Pdf dell'intero documento.

 

 

 

 

 

 

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Compiti del CMD

  1. 1.       mettere in atto un processo continuo di discernimento per purificare la missione e far risaltare, in ogni tempo e a tutti i livelli, i fondamentali criteri evangelici dell’agire cristiano;  

 

  1. 2.      lavorare in rete e in forma partecipativa con tutte le realtà missionarie della diocesi (laicali, religiose, movimenti ecclesiali ed ONG) e con i diversi Centri ed Uffici di Curia per favorire un’autentica pastorale d’insieme e l’individuazione di un progetto pastorale missionario a servizio della gente;  

 

  1. 3.      fare pastorale missionaria nella Chiesa locale con proposte concrete nella catechesi, nella liturgia e nella formazione delle famiglie, dei seminaristi e degli operatori pastorali;  

 

  1. 4.      predisporre itinerari formativi e di accompagnamento per giovani e adulti, laici singoli, coppie e famiglie per una maggior valorizzazione del laicato e/o anche in vista di una partenza per la missione;  

 

  1. 5.      insistere presso le autorità competenti perchè l'insegnamento teologico e pastorale in Seminario sia prontamente rinnovato in senso missionario;  

 

  1. 6.      far maturare, nei singoli e nelle comunità, l’importanza della preghiera e di un’azione che miri a far nascere vocazioni sacerdotali, religiose e laicali per la missione.  

 

 

  1. 7.      favorire lo scambio e la reciproca cooperazione tra la nostra Chiesa locale e le chiese sorelle dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia;  

 

  1. 8.      promuovere l’invio di personale (sacerdoti e laici missionari) nelle altre Chiese;  

 

  1. 9.      organizzare una presenza più capillare nei Vicariati, nelle parrocchie, nei GMP, nell’ambito della scuola e di altre iniziative promosse sul territorio;  

 

  1. 10.  far conoscere le iniziative missionarie già in atto;  

 

  1. 11.    sollecitare momenti di incontro, contatti permanenti, scambi informativi e aiuto vicendevole tra le missionarie e i missionari nati in diocesi, appartenenti ad Istituti, a comunità missionarie e fidei donum;  

 

  1. 12.   accogliere e valorizzare i missionari rientrati (sacerdoti e laici fidei donum, religiosi e religiose) lavorando per un loro più incisivo inserimento nella pastorale ordinaria della diocesi;  

 

  1. 13.   accogliere ed accompagnare i sacerdoti provenienti da Chiese sorelle, residenti ed operanti in diocesi;  

 

  1. 14.  collaborare attivamente con l’Ufficio diocesano Migrantes;  

 

  1. 15.   incoraggiare nelle parrocchie, nella scuola e nella società civile tutti quei valori che stanno alla base dell’attività missionaria: la solidarietà e l’attenzione ai più poveri, l’educazione alla mondialità, la giustizia, la pace, il rispetto del creato e dell’assoluta alterità di ogni uomo e dei suoi diritti;  

 

  1. 16.  sensibilizzare i responsabili della pastorale al problema degli immigrati, dei profughi e degli esuli;  

 

  1. 17.   informare minuziosamente tutto il popolo di Dio su situazioni, problemi ed esperienze delle altre Chiese;  

 

  1. 18.  promuovere la cultura della sobrietà e dei nuovi stili di vita;  

 

  1. 19.  operare a favore dei più poveri, promuovendo attività di solidarietà e processi di liberazione integrale degli uomini e di tutto l’uomo;  

 

 

La Consulta Missionaria

Dal “Vademecum” del Centro Missionario Diocesano

Composizione consulta : Rappresentanti di tutti gruppi ed associazioni

Il CMD normalmente promuove la Consulta Missionaria Diocesana come organo rappresentativo del cosiddetto “mondo missionario” presente in Diocesi. Essa è “luogo di comunione, di studio, di consultazione e di elaborazione di proposte missionarie”, in particolare in vista della stesura, realizzazione e verica di un progetto missionario diocesano.

 

Alla Consulta Missionaria Diocesana possono essere invitate o aderire su base volontaria tutte le realtà impegnate in diversi modi e per diversi carismi nella o per la missione ad gentes (alle genti lontane) : equipe CMD, rappresentanti degli Istituti Missionari ad gentes e di Ordini e Congregazioni aventi missioni, presbiteri e laici che hanno vissuto il servizio dei donum, rappresentanti di ONG o di organismi impegnati per i nuovi stili di vita, membri locali delle POM (Pontificie Opere missionarie), del SUAM (Servizio Unitario di Animazione Missionaria) e della FESMI (Federazione della Stampa missionaria italiana) , rappresentanti della Caritas diocesana, di Migrantes e di altri ambiti pastorali o di associazioni cattoliche che collaborano nella missione universale, presbiteri e laici in rappresentanza di Zone pastorali o Vicariati, ecc.

I suoi indirizzi e le sue delibere sono portati a conoscenza del Vescovo.

Le sue principali attenzioni sono:

1     leggere la realtà locale in ordine alla missione: sensibilità esistenti, limiti, possibilità di sviluppo, ambiti di vera e propria missio ad gentes nel territorio;

2     offrire spunti di riflessione e di approfondimento delle tematiche missionarie, partendo dai documenti del magistero papale ed episcopale, per inserirle nei piani pastorali della Diocesi;

3     cercare tutte le sinergie e le collaborazioni possibili tra chi vi partecipa per progetti che riguardano l’animazione missionaria, la cooperazione e specialmente la formazione alla missione. Per fare questo le varie realtà rappresentate nella Consulta condividono per tempo i rispettivi programmi di azione;

4     stabilire insieme i canali di comunicazione e di prossimità con i missionari sul campo in modo che essi si sentano accompagnati da tutta la comunità diocesana

5     dare una voce sola, sui mezzi d’informazione, al mondo missionario locale.